Alle soglie del parziale divorzio kantiano tra filosofia e matematica, proprio quando il mondo filosofico si alleava contro il morbus mathematicus che aveva imperversato con la scuola wolfiana, Lambert denuncia lo stato “pre-euclideo” della metafisica del tempo. Sino ad allora ci si era rivolti a un Euclide dimezzato, trascurando i postulati, i compiti, l’anatomia, la costruzione e le figure; non più mera forma espositiva, Euclide diviene qui strumento concettuale. Filosofo, matematico e astronomo, Lambert rivolge il modello geometrico contro il vecchio metodo scolastico, scardinando sistemi quali quello di divisione in generi e specie o modalità quali la generalizzazione per astrazione.

Questo libro analizza, a partire soprattutto dal carteggio e dall’Architectonic di Lambert, i cardini concettuali di un pensiero genetico che si prefigge di ricalcare l’andamento della matematica anche per le qualità. A partire dall’inedito “ordine di legame”, rintracciato già in Euclide e concernente il nesso, l’ingranaggio tra le parti, Lambert potrà giungere alla fine a sostituire i segni alle cose stesse, unendo all’aspetto assiomatico quello caratteristico-combinatorio e rappresentando in modo figurato tutte le proprietà in termini di posizione.

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