La questione animale, com’è emerso dall’articolo di Andrea Raimondi e dalle interviste ai Professori Mormino e Zucchi pubblicati su Spazio Filosofico, è un tema che nasconde dietro ad un’etichetta apparentemente semplice molte domande etiche, morali e tanti problemi che spaziano dall’antropologia filosofica alla filosofia della mente.

Esiste secondo me un interrogativo che sottende a tutta la questione animale, ad ogni suo ambito e ad ogni suo aspetto, ovvero quello di cogliere il rapporto che si instaura tra l’uomo e l’animale. Questa ‘operazione complessa’ è però tanto ricca quante sono le sfaccettature del dibattito sull’animalismo. In questo articolo propongo di indagare se sia possibile trovare un nesso tra gli schemi che noi umani abbiamo di percepire il nostro mondo e le modalità che hanno gli animali di relazionarsi all’ambiente nel quale sono immersi. Se una correlazione è possibile, si deve capire di che genere essa sia e come essa agisca sulla nostra e sulla loro esperienza del mondo sensibile.

Questo articolo esplora la questione in oggetto a partire dal dibattito tra i filosofi secondo cui la nostra percezione ha un contenuto concettuale e coloro che ritenegono che la percezione abbia un contenuto non-concettuale, con particolare attenzione per l’elaborazione del problema proposta da John McDowell.

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